Visita a Cracovia a casa del prof. Wojciech Narebski.

13 luglio 2015 – Cracovia

Sono arrivato ieri a Cracovia fondamentalmente per conoscere di presenza il prof. Wojciech Narebski, dopo averlo descritto nel mio blog.

Mi sembrava un dovere morale, da italiano, andare a dire grazie a chi ha partecipato all’esodo polacco guidato dal generale Anders, conclusosi con la liberazione dell’Abbazia di Montecassino di molte altre città, tra cui Bologna.

Sarebbe stato un grande onore stringere la mano a questo signore e rubargli un pò della sua fiamma spirituale prima che si spenga, per testimoniare ad altri che non lo sappiano, cosa sia l’eroismo, il vero amore per la Patria e per la Libertà.

Chiedo all’impiegata della reception del mio hotel se vuole farmi una cortesia, in cambio di un regalino.

 

Alza lo sguardo dalle sue carte e appare uno sguardo strananente sorridente ed incuriosito: “ un regalino non si rifiuta mai!”, mi risponde.

 

Le dico che voglio conoscere di persona il prof. Wojciech Narebski, ma non conosco l’indirizzo.

Le spiego chi è questo professore e la ragazza, che si presenta come Agata, mi osserva incuriosita ma sorridente e mi dice solo che cercherà informazioni.

 

14 luglio 2015 – ore 08:00

Sono nella sala ristorante a fare la prima colazione.

Improvvisamente viene un cameriere dell’hotel e mi fa capire in polacco che qualcuno vuole parlarmi al telefono.

Mi affretto e vado alla reception in cui l’impiegata di turno mi passa l’apparecchio telefonico.

E’ il prof. Wojciech Narebski in persona che, in perfetto italiano, si presenta e mi dice di essere disponibile a ricevermi, non prima delle 14, perché alle 12 deve andare dal fisioterapista.

Colto di sorpresa rispondo solo di essere onorato per quell’invito e conveniamo per le ore 14.

Un taxi mi porta nel suo alloggio e suono il pulsante del suo “domòfono” (citofono) e subito lui mi risponde e dice di salire.

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Mi apre la porta un uomo dall’aspetto estremamente giovanile, che con disarmante gentilezza mi fa accomodare nel suo studio.

Mi offre dei lamponi e dell’acqua minerale, a dir sua molto benefica.

Mi complimento per il suo perfetto italiano, ma lui si schernisce con un sorriso, dicendo che conosce e scrive in lingua russa, oltre che tedesca ed inglese. C’è da credergli di sicuro, dal momento che è testimone vivente dell’esodo dei soldati del generale Anders che dalla Russia, passando per l’Iran, Palestina ed Egitto, vennero a liberare l’Italia dalla linea gotica nazista.

Subito si siede al computer, che manovra con destrezza, e mi fa vedere alcune foto di suoi compagni ancora viventi e mi accenna alle commemorazioni che si effettueranno in Italia il prossimo 2 novembre.

Parliamo dell’orso Wojtek e lui mi dice di un monumento ancora da costruire sull’orso a Edimburgo, mentre a Cracovia lo hanno da tempo già eretto.

Discorriamo della storia del Generale Anders, guardano i filmati su internet.

Dopo un’oretta di conversazione decido di andar via per non stancarlo: questo piccolo grande eroe ha compiuto da poco i 90 anni, a dispetto della sua vivacità di pensiero e di intelligenza e di memoria.

Essere eroi quasi sempre significa essere persone normali, compiere gesta e sacrifici sorprendenti con normalità e semplicità.

Questo è sicuramente il vero grande insegnamento.

La sera chiamo la ragazza per ringraziarLa vivamente, dicendole che il regalino se lo è meritato davvero!.

Agata mi risponde che non vuole nessun regalo, ha capito le mie intenzioni e si è commossa.

Al contrario di molti giovani polacchi, poco interessati alla gloriosa storia della Polonia, lei mi appare diversa..

Agàta mi dice che ha semplicemente telefonato a Varsavia, ad un’associazione di cui il professore è presidente.

Lì le hanno risposto che a loro il mio mome e cognome era noto e mi attendevano!

Ma io davvero non conosco proprio nessuno a Varsavia!

Direi che il fatto, se non fosse realmente accaduto, apparirebbe quanto meno surreale e fantascientifico.

Comunque non so darne alcuna spiegazione razionale.

Forse “qualcuno” mi aspettava davvero…..

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 Il professore parla poi di Casamassima in provincia di Bari, altro nobile capitolo che merita un discorso a parte.

 

 

 

 

23. Luglio 2015 by renatocappellani
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